Sull’Autostrada Cispadana è calato il silenzio

Il Coordinamento ritiene inaccettabile che sulla vicenda Cispadana viaria sia calato il silenzio. Un silenzio assordante visto che è in ballo il futuro di un territorio che ha bisogno di una viabilità degna della sua importanza economica e sociale. Ma non è l’autostrada la risposta giusta alla mobilità “flessibile” di cui c’è bisogno. Flessibilità di utilizzo all’interno e intermodalità per collegarci con il resto d’Europa, via treno sia per persone che per merci.

Ci troviamo di fronte ad una Classe Politica ceca e sorda alla richiesta di cambiamento di un sistema trasportistico prevalentemente su gomma anche per le lunghe distanze che è una delle cause del degrado ambientale che è sotto agli occhi di tutti.

Poi i costi dell’autostrada: dallo zero a carico del pubblico del 2006 ai 530 milioni di oggi (totalmente fuori controllo i costi per le opere complementari/di adduzione) con costi complessivi partiti da un miliardo e 170 milioni nel 2012 al miliardo e 700 milioni di oggi.

Anche la tempistica è significativa: il 2014 come prima data annunciata per l’apertura cantieri con ripetuti rinvii ed altrettanti annunci fino ad oggi dove mancano vari passaggi, il più importante è il progetto esecutivo, senza i quali non si può dare il via all’apertura dei cantieri. La realizzazione dei tratti mancanti di strada a scorrimento veloce invece avrebbe risolto tutti i problemi entro il 2009 con una spesa di 85 milioni di euro come da cronoprogramma e bilancio economico dell’allora Presidente della Commissione Trasporti regionale, Muzzarelli.

L’intermodalità (piattaforma intermodale di area vasta) neppure ipotizzata nel progetto autostradale che invece sarebbe la vera chiave di svolta per un sistema trasportistico che guarda al futuro. Eppure, non solo in Europa ma anche nel “corridoio del Brennero” si stanno sviluppando progetti e investimenti ai quali però la scelta autostradale ci impedisce di partecipare facendoci così rimanere fuori da grandi prospettive di sviluppo eco-sostenibile.

Da mesi su tutto questo è calato il silenzio in attesa della soluzione del caso della Concessione A22. E intanto, dopo quasi venti anni di oblio, chi dovrebbe spiegare il perché di questo fallimento, tace. Tocca al Coordinamento cispadano farlo.