La strada tra Reggiolo e Ferrara, progettata interamente e realizzata per un terzo è stata interrotta bruscamente dalla regione Emilia-Romagna nei primi anni duemila. Eppure rimane la soluzione giusta per la mobilità del territorio e sarebbe stata disponibile molto prima a costi finanziari ed ambientali molto ridotti. A chi giova l’autostrada?

Il corridoio cispadano è stato previsto fin dagli anni 60 per creare una alternativa Ovest-Est alla via Emilia.

Dalla fine degli anni 90 sono stati realizzati alcuni tratti di strada C1, di cui 25 km tra Reggiolo e Ferrara.

Nel 2005 la regione Emilia-Romagna decide di realizzare un’autostrada regionale al posto della strada nel tratto Reggiolo-Ferrara interrompendo improvvisamente la costruzione della strada peraltro già realizzata per un terzo.

La strada C1 prevista in origine è un nastro di circa 67 km di cui solo 42 ancora da realizzare.  La larghezza della carreggiata è di 10,5 m corrispondente alla categoria C1.

E’ accessibile al traffico locale tramite varie intersezioni e premia soprattutto gli spostamenti locali entro il territorio e di collegamento tra il territorio e le autostrade A13 de A22.

Non richiede praticamente opere di adduzione e collegamento, il consumo di suolo è circa 140 ettari.

Nel 2002 il costo stimato per completare la strada indicato in un documento ufficiale della provincia di Modena, era di 85 milioni di euro.

I costi ambientali della strada extraurbana C1 sono 4-5 volte inferiori a quelli dell’autostrada considerando i differenti impatti delle due opere

Dall’analisi costi-benefici della Regione Emilia Romagna del maggio 2020 si ricava che la strada C1 sarebbe sufficiente a servire il bisogno di mobilità del territorio.

Foto aerea della strada Cispadana interrotta a Sant’Agostino