AUTOSTRADA CISPADANA, UN’OPERA INSOSTENIBILE NATA CON I CONTI IN ROSSO

Il Piano Economico Finanziario per la costruzione e gestione dell’autostrada Cispadana era minato fin dal principio da fragilità che hanno poi indotto il Concessionario a chiedere un corposo aumento del contributo pubblico rispetto a quello previsto nel Contratto. In questo articolo la sintesi dell’analisi tecnica o a cura del Coordinamento o No Autostrada – Sì Strada a scorrimento veloce.

Non si è ancora concluso, nonostante ripetuti annunci nel tempo, l’iter di approvazione del progetto autostradale della Cispadana con i suoi 67 km di nuovo asfalto dal casello di Reggiolo sulla A22 a Ferrara Sud sulla A13.

L’opera potrebbe comportare un imponente contributo pubblico fino a 479 milioni di EUR, importo più che raddoppiato su richiesta del concessionario a partire dal 2018 quando ha dichiarato alla Regione che il Piano Economico e Finanziario era divenuto insostenibile.

Secondo la nostra ricerca, se il Piano Economico e Finanziario era insostenibile nel 2018 lo era già quando fu stipulato nel 2010 e quindi si pongono interrogativi sulla effettiva praticabilità alla concorrenza della procedura di gara della concessione. La considerazione dell’insostenibilità dei conti potrebbe infatti avere dissuaso dalla partecipazione altri concorrenti potenziali e comportare quindi in definitiva un utilizzo inefficiente dei fondi pubblici.

Inoltre, i flussi di traffico previsti sull’autostrada sono stati recentemente rivisti al ribasso dal Concessionario di circa il 28% rispetto alle previsioni iniziali, per motivare ulteriormente le richieste di compensazione, anche se la Convenzione di concessione non autorizza ad assegnare nuovi contributi al Concessionario per la variazione delle previsioni di traffico.

L’opera è controversa avendo tra l’altro un costo ambientale elevato con oltre 650 ettari di suolo perso, 1 milione e 300 mila tonnellate d’acqua prelevate, oltre a comportare un importante inquinamento da polveri sottili per la costruzione e ingente perdita di produzione agricola proprio quando la sicurezza alimentare acquista sempre maggior rilievo.

Se la Giunta regionale decidesse di ritirarsi ora dal progetto autostrada Cispadana potrebbe farlo a costi ridotti semplicemente rifiutando di accordare ad ARC l’aumento di contributo, altrimenti, l’articolo 30 della Convenzione potrebbe vincolare la Regione a garantire per ARC nei confronti delle banche.

Su questo punto e sugli altri argomenti sollevati chiediamo pubblicamente l’interpretazione della Giunta regionale.

Scarica qui l’analisi completa sul Piano Economico e Finanziario dell’autostrada Cispadana a cura del Cordinamento Cispadano No autostrada.

31/05/2022