I conti dell’Autostrada Cispadana: opera insostenibile che la Regione vuole sostenere a tutti i costi

Nelle ultime settimane, in più occasioni, l’Assessore regionale Corsini ha parlato del PEF (Piano Economico Finanziario) della Cispadana autostradale in via di elaborazione. Come Coordinamento ci permettiamo di indicare alcune delle motivazioni per cui fin dal 2010 questo non potesse essere sostenibile e non lo sarà neppure ora, viste le condizioni economiche attuali, a meno di un massiccio intervento finanziario in perdita da parte della Regione e dello Stato.

Nonostante il parere della Corte dei Conti, la Regione Emilia-Romagna ha sempre negato l’accesso pubblico ai piani finanziari dell’autostrada Cispadana, …e forse a ragione…

Nei conti del 2010, che abbiamo potuto visionare solo da poco, le banche avrebbero dovuto prestare 1 miliardo circa di euro, cioè il 77% dei fondi necessari alla costruzione, mentre la percentuale massima bancabile è del 60% come ammesso dalla stessa ARC otto anni dopo quando chiederà alla Regione un contributo addizionale.

Inoltre, i soci di ARC si aspettavano un rendimento del 13,6% sul proprio capitale investito mentre le banche avrebbero dovuto accettare un misero 2% annuo per 40 anni, con i BTP a 30 anni che contemporaneamente rendevano il 4,68%! Anche questa ipotesi cadrà “stranamente” nel 2018 e sarà motivo per richiedere ulteriori contributi alla Regione.

Perché è stata firmata la convenzione del 2010 se si basava su due ipotesi irrealistiche smentite solo pochi anni dopo? Una risposta potrebbe essere, come risulta dai nostri calcoli, che senza di esse i conti erano insostenibili, cioè il valore netto dell’opera era negativo. Ma il bello doveva ancora venire.

Nel 2018, a seguito del provvedimento di Valutazione Impatto Ambientale (VIA), gli investimenti aumentano improvvisamente di 250 milioni di euro. Forse per dimostrare che i conti sono ancora in equilibrio ARC presenta un nuovo Piano con previsioni di pedaggi in aumento del 34% e cala la aspettativa di rendimento sul proprio capitale al 7,6%. Chiede, però, comunque una compensazione alla Regione (100 milioni) perché le banche non accettano l’interesse del 2% e non finanziano oltre il 60%. Regione ed ARC cominciano una fase di concertazione, tuttora in atto, cioè si confrontano tra loro sull’entità del maggiore contributo pubblico da riconoscere ad ARC stesso.

A questo punto però stranamente (?) anche le previsioni di incasso saltano e, dal 2019, ne vengono prodotte altre che certificano un calo del 30% circa rispetto a quelle originali! Questo non può che irrobustire la richiesta di fondi pubblici addizionali che poi vengono stanziati nella misura di ulteriori 300 milioni tra Stato (200) e Regione (100). Il totale dei fondi pubblici arriva a 479 milioni per la sola autostrada oltre ai 400 per le opere di adduzione/complementari.

C’è un fatto però. La Convenzione esclude che si possano assegnare nuovi contributi ad ARC per variazioni nelle previsioni di traffico, per aumento degli investimenti a causa delle prescrizioni di VIA e per mutamenti nelle condizioni del mercato finanziario.

La Convenzione contiene anche un articolo inquietante, il n° 30, comma 2. “Il Concedente si impegna pertanto a collaborare col Concessionario e con le Banche Finanziatrici per tutte le attività necessarie alla definizione ed alla erogazione dei finanziamenti bancari da assumere da parte del Concessionario, ivi incluso il perfezionamento di specifici accordi diretti tra il Concedente, il Concessionario e le Banche Finanziatrici (il grassetto è nostro)”. Cosa significa questo? Che la Regione potrebbe garantire per ARC ?

Sempre secondo la Convenzione, se la Giunta regionale decidesse di ritirarsi ora dal progetto autostrada Cispadana potrebbe farlo a costi molto ridotti semplicemente rifiutando di accordare ad ARC l’aumento di contributo.

Eviterebbe un’opera inutile con ingenti costi ambientali, perdita di produzione agricola di qualità, inquinamento esterno importato sul territorio, per la quale potremmo essere chiamati, come contribuenti, a finanziare costi elevatissimi anche alla luce degli aumenti recenti delle materie prime e dell’incremento dei tassi.

Per il Coordinamento: Fulvio Lelli e Silvano Tagliavini (portavoce)